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Skatepark, Roma

Amate lo sport all’aria aperta, immersi nel verde, ma proprio al centro di Roma? Vi piacciono il calcetto e il basket, il pattinaggio e lo skate? Preparatevi, perché fra poco sarà possibile! Ditelo ai vostri amici e agli amici dei vostri amici. Campi e pista saranno a vostra disposizione nel Parco del Colle Oppio. Affacciati sul Colosseo, con vista sui resti delle Terme di Traiano, proprio al di sopra delle Terme di Tito. Nessuno scherzo. Incredibile, ma vero. Nessun abuso, è tutto in regola. E’ uno dei playground che il Coni nel 2016, quando ancora c’era in ballo la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024, aveva proposto per ciascun municipio della città. Playground che, nel I Municipio della Presidente Pd Sabrina Alfonsi, il governo locale ha deciso di realizzare dove c’era già un vecchio campo di calcio in terra battuta. Progetto approvato con il parere favorevole prima, il 18 dicembre 2017, di Federica Galloni, direttore del Parco archeologico del Colosseo e dopo, il 3 aprile 2018, di Bruno Cignini, direttore Ville, Parchi storici e Musei scientifici della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Naturalmente, “considerata la natura dei luoghi e la loro evidente valenza archeologica e paesaggistica”, entrambi gli organi di tutela e valorizzazione hanno vincolato il loro parere “alla condizione che tutte le attività in programma siano continuativamente sorvegliate da un professionista archeologo esterno”. Circostanza che è stata rispettata.

L’Ombra del Giorno

La trama ufficiale: 1938. È un giorno qualunque, in una città di provincia come tante altre in Italia (Ascoli Piceno). I tavoli sono apparecchiati e Luciano ha appena aperto il suo ristorante. Dalla vetrina vede un corteo ordinato di bimbi di una scuola elementare, accompagnati da una maestra. Camminano disciplinati sul marciapiede al sole, in fila per due, con i loro grembiuli infiocchettati e i capelli pettinati con cura. Luciano è tentato di credere a quell’immagine di serenità, di fiducia nel futuro. Ha un’andatura claudicante a causa di una ferita della prima guerra mondiale, un ricordo permanente della ferocia di quel conflitto. Dietro le ampie vetrine che danno sull’antica piazza scorre la vita di quella piccola città in quegli anni. Sono gli anni del consenso, delle opere pubbliche, e delle nuove città. Luciano è un fascista, come la maggior parte degli italiani in quel periodo, ma lo è a modo suo; ha preferito rimanere in disparte e si è tenuto lontano dall’idea di trarre vantaggio dalle sue decorazioni di guerra e dalla militanza ottusa e obbediente nelle gerarchie del partito. Però si sente partecipe di quel generale entusiasmo, nonostante per indole tenda a occuparsi solo dei fatti propri, perché “il lavoro è lavoro”: quello che gli sta a cuore è il suo ristorante e i compiti quotidiani a cui lui si dedica con scrupolo taciturno. Finché fuori dalla vetrina, appare una ragazza. Mi chiamo Anna Costanzi, gli dice, e timidamente chiede se cercano personale. Di lì a poco l’avvento di quella ragazza e le prime evidenti crepe che si evidenziano in quel mondo che guarda dalla vetrina cambieranno la vita di Luciano. Com’è strana la vita, pensa Luciano. Un tempo, del suo lavoro, gli piaceva proprio essere affacciato sulla strada, guardare la gente che passeggiava, che correva in fretta al lavoro, gli dava l’illusione di essere insieme a quelle persone, al loro stesso livello. Adesso invece tutto si confonde e ogni giorno si rinnova la sorpresa. E ha il volto di Anna. Ora, in entrambi, si è fatto strada un sentimento, qualcosa a cui Luciano aveva rinunciato da tempo. Ma quella giovane donna ha un segreto…

Iran, capelli al vento

Iran, capelli al vento e hijab in aria: dalle piazze di tutto il mondo arriva il sostegno alla protesta delle donne ROMA - Zan, Zendagi, Azadi: donna, vita, libertà! Ma anche “Morte al dittatore!” e “Restiamo uniti!”. I video che arrivano dall’Iran e circolano in rete in queste ore mostrano strade piene di cittadini della Repubblica islamica che sventolano bandiere con parole di libertà. Le donne ballano con le giacche colorate, i capelli al vento e gli hijab in aria in segno di protesta. Sono migliaia e migliaia, poco più che ventenni e manifestano da quindici giorni contro il regime dopo che il 16 settembre la “polizia morale” ha brutalmente pestato una giovane curdo-iraniana di 22 anni, Mahsa Amini, colpevole di non avere indossato correttamente l’hijab. La ragazza è finita in coma ed è morta quasi subito. Oggi l’onda lunga della protesta raggiunge oltre cento città in tutto il mondo, dall’Europa all’America Latina, per celebrare la giornata internazionale di solidarietà alle proteste iraniane.